Psicologa Psicoterapeuta Esperta Associazione EMDR Italia

PEDOFILI

pedofili-pedofiliaSpegni chi spegne l’innocenza“. E’ l’iniziativa online lanciata dal Coordinamento internazionale delle associazioni a tutela dei diritti dei minori (Ciatdm), per contrastare l'”International Boy Love Day”, la giornata celebrativa in internet ideata dai pedofili di tutto il mondo per promuovere l’orgoglio pedofilo.

Aurelia Passaneo, presidente del Ciatdm, ha reso noto che il sito pedofilo è stato oscurato dalla Polizia postale, ma i promotori sono riusciti ugualmente a veicolare via internet il loro messaggio.

I pedofili ritengono che i media diffondano false immagini del rapporto erotico dell’adulto con bambini e ragazzi, e denunciano di subire persecuzioni da parte dell’opinione pubblica.

Il Manuale Diagnostico Statistico dei disturbi mentali inserisce la pedofilia tra le Parafilie, ovvero tra le sindromi accomunate dalla perversione delle pulsioni erotiche.

Cosa vuol dire quindi essere pedofilo in senso psicopatologico?

La pedofilia è un disturbo del comportamento sessuale caratterizzato da pulsioni erotiche rivolte a minori prepuberi e adolescenti da parte di un adulto, o a bambini da parte di un soggetto maggiore di 16 anni.

Le indagini psicodiagnostiche evidenziano un disturbo narcisistico di personalità, con un senso pervasivo di grandiosità e di importanza, bisogno di ammirazione, fantasie di successo, potere, amore ideale illimitati, e il sentimento di essere “speciale”, quindi in diritto di ricevere trattamenti privilegiati dagli altri.

I pedofili sono affetti anche da disturbo antisociale con incapacità a conformarsi alle norme di legge, disonestà, impulsività e aggressività. Tali individui non riescono a controllare la pulsione erotica, ossia lo stimolo erotico interno al corpo, con passaggio all’atto senza difese inibitorie. Non riuscendo a rapportarsi a un partner adulto, difficilmente controllabile, cercano gratificazioni sessuali con minorenni, in rapporti in cui l’asimmetria di potere è a loro vantaggio.

Così si manifesta la perversione (dal latino pervertere: rovesciare), ossia la distruttività, in cui nella relazione il bene è mutato in male. Essendo incapaci di una relazione affettiva vera, possono viverla su un registro distruttivo dove l’altro non è che un riflesso di sé, e come tale viene asservito al proprio volere con totale insensibilità, umiliato e reso dubitante. Erodendo l’autostima della vittima e incrementandone la dipendenza, il perverso si appropria della sua vitalità e tenta di riempire, con le gratificazioni che ne ricava, il proprio vuoto interiore.

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